LA
DEPRIVAZIONE DI SONNO ALTERA LE SCELTE AGENDO SU SCHEMI FUNZIONALI CEREBRALI
NICOLE CARDON
NOTE E
NOTIZIE - Anno IX - 19 marzo 2011.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori
neuroscientifici selezionati dallo staff
dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti
alla Commissione Scientifica, e
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società
Nazionale di Neuroscienze.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
È
noto che la deprivazione di sonno altera varie funzioni cognitive,
quali la vigilanza, la memoria, l’apprendimento e il processo decisionale
basato su valutazioni razionali ed elaborazioni logiche. È anche noto che è
sufficiente non dormire per una notte, per andare incontro a deficit di
prestazioni cognitive, in genere non avvertite, non previste o non giudicate
correttamente dallo stesso soggetto.
Si
è indagato a fondo il legame fra tali difetti e la complessiva riduzione di
efficienza dell’attenzione e della vigilanza, giungendo a riconoscere l’elevata
probabilità del determinarsi di modificazioni funzionali qualitative non
dipendenti dalla semplice diminuzione dell’attivazione corticale tipica della
veglia nello stato vigile. Ma, sebbene siano stati raccolti i reperti di molti
correlati neurofunzionali, non vi sono ancora dati certi e definiti sulle basi
degli effetti della deprivazione di sonno sulla cognizione umana. Vinod Venkatraman
e colleghi del Department of Psychology and Neuroscience della Duke University,
della Fuqua School of Business dello stesso ateneo (Durham, North Carolina) e
del Cognitive Neuroscience Laboratory, Duke-NUS Graduate Medical School,
Singapore, hanno condotto uno studio che ha valutato l’effetto della
deprivazione di sonno sul processo decisionale in ambito economico, verificando
i correlati neurofunzionali delle prestazioni (Venkatraman
V., et al. Sleep Deprivation Biases the
Neural Mechanisms Underlying Economic Preferences. Journal of Neuroscience 31 (10), 3712-3718, 2011).
Un
tipo di prove, diffusamente impiegato per valutare i processi cognitivi
impiegati nei compiti di decisione, è costituito dal riprodurre modelli simili
a quelli dei giochi d’azzardo o delle di situazioni di scelta che si verificano
nel mondo degli affari e nelle attività finanziarie. Gli studi basati su tali
prove hanno consentito di definire dei profili comportamentali ai quali si
attengono quasi tutti i soggetti partecipanti sani in condizioni ordinarie,
tali profili fungono da riferimento
“normale” per la valutazione delle prestazioni difformi o patologiche.
I
ricercatori della Duke hanno indagato gli effetti di una singola notte di
deprivazione di sonno su decisioni di tipo economico, che avrebbero potuto
determinare l’esito di prove strutturate come un gioco d’azzardo in cui era
possibile tendere a minimizzare le
perdite o a massimizzare il profitto. I volontari che eseguivano le prove, non
venivano informati dell’effetto delle decisioni fino al termine di tutte le
scelte da operare. La loro strategia, dopo aver dormito regolarmente, consisteva
nella minimizzazione delle perdite.
Gli
stessi volontari, dopo una notte di deprivazione di sonno, mostravano un
cambiamento di strategia, ossia, invece di tendere a minimizzare le perdite, tendevano a massimizzare
i profitti.
In
altri termini, una singola notte insonne ha evocato uno stato mentale diverso,
che ha indotto, in soggetti sani, un passaggio da un atteggiamento di difesa
dal rischio di perdita ad uno di ricerca di aumento dei profitti. Questo cambio
di “preferenza economica” era correlato con la magnitudo dell’incremento di attivazione, indotto da deprivazione
di sonno, nella corteccia prefrontale
ventromediale e con
una riduzione, sempre indotta dal mancato riposo notturno, nell’attivazione
dell’insula anteriore durante le decisioni.
Un
analogo quadro è stato registrato per le ricompense legate all’esito: i guadagni inducevano un’elevata attivazione della corteccia prefrontale ventromediale e dello striato ventrale, mentre le perdite causavano un’attenuazione dell’attività dell’insula anteriore.
E’
importante notare che i ricercatori hanno rilevato e dimostrato che il
cambiamento nella strategia economica preferita non era correlato con
modificazioni apprezzabili della vigilanza psicomotoria.
In
conclusione, i risultati di questo studio suggeriscono che una singola notte di
deprivazione di sonno è sufficiente a modificare l’assetto delle reti
neuroniche che costituiscono il sostrato funzionale per l’esercizio delle
preferenze economiche, e che questo effetto è indipendente dall’alterazione della
vigilanza.
L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Floriani per
la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento
connesso che compaiono nelle “Note e Notizie”.