Il
riconsolidamento della memoria riserva sorprese
DIANE RICHMOND
NOTE E
NOTIZIE - Anno IX – 12 febbraio 2011.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori
neuroscientifici selezionati dallo staff
dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti
alla Commissione Scientifica, e
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società
Nazionale di Neuroscienze.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
Gli
studi sul consolidamento della memoria[1] hanno prodotto una messe
straordinaria di dati[2],
dai quali comincia ad emergere un quadro teorico abbastanza ben definito, che
si basa su alcuni assunti suffragati negli anni da innumerevoli prove
sperimentali. Uno di questi assunti sembra contraddetto dai risultati di uno
studio che fa riflettere e certamente indurrà molti ricercatori a verifiche ed
approfondimenti.
La
riattivazione della memoria sottostante il consolidamento si può verificare nel
corso del sonno o durante la veglia, quando la riattivazione della memoria è suscettibile di distruzione:
contrariamente a quanto generalmente si ritiene, Susanne Diekelmann e
collaboratori hanno accertato che la riattivazione mnemonica durante il sonno
ad onde lente (SWS, da slow-wawe sleep),
in assenza di sonno REM (rapid eyes
movement), immediatamente stabilizza il ricordo (Diekelmann S., et
al. Labile
or stable: opposing consequences for memory when reactivated during waking and
sleep. Nature Neuroscience [Advance
online publication doi: 10.1038/nn.2744], 2011).
Gli autori del lavoro provengono dalla University of
Lübeck, Department of Neuroendocrinology (Germania), Department of Medical
Psychology and Neurobiology, University of Tübingen (Germania), University
Medical Center Hamburg-Eppendorf (Germania) e Division of Cognitive Neuroscience,
University of Basel (Svizzera).
Il
consolidamento mnemonico è un processo dinamico. La corrente visione teorica
del riconsolidamento assume che la riattivazione
durante lo stato di veglia temporaneamente destabilizzi le memorie, così che
queste richiedano di essere riconsolidate per poter persistere, come
ordinariamente accade, nel lungo termine. La riattivazione della memoria si
verifica anche durante il sonno profondo
ad onde lente (SWS) e si ritiene che sia alla base dell’effetto di consolidamento del
sonno.
I
ricercatori hanno sottoposto a verifica sperimentale l’ipotesi secondo cui lo
stesso principio di destabilizzazione temporanea si applichi alla riattivazione
in corso di SWS. A tal fine, hanno riattivato la memoria in soggetti umani
volontari, mediante la presentazione di stimoli odorosi sia durante il sonno
SWS che durante la veglia.
La
riattivazione era seguita da una prova di interferenza per cimentare la
stabilità della memoria. Come atteso dai ricercatori, la riattivazione durante
la veglia destabilizzava le memorie. In contrasto, la riattivazione durante la
fase SWS immediatamente stabilizzava le memorie, in tal modo aumentando
direttamente la loro resistenza all’interferenza.
Lo
studio mediante sezioni tomografiche in risonanza magnetica funzionale (fMRI)
ha rivelato che la riattivazione durante la fase SWS attivava principalmente l’ippocampo e le regioni
corticali posteriori,
mentre l’attivazione durante la veglia accendeva in prevalenza aree della corteccia prefrontale.
I
risultati di questo lavoro dimostrano che la riattivazione delle memorie
assolve funzioni distinte a seconda che il cervello sia nello stato funzionale
di sonno o di veglia.
L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella
Floriani per la correzione della bozza ed invita alla lettura dei numerosi
scritti sulla memoria e sui rapporti fra sonno e memoria che appaiono su questo
sito, nelle sezioni “Note e Notizie” e “Aggiornamenti”.
[1] Si veda la scheda
introduttiva “La Memoria e il Sonno” disponibile sul sito (sezione
“Aggiornamenti”: Memoria e Sonno), dalla quale riprendiamo il seguente
riferimento sul significato del consolidamento delle memorie: “Nella psicologia classica
una memoria si dice consolidata quando, in
assenza di ripetizione mentale, è stabile abbastanza da resistere a percezioni,
apprendimenti, pensieri o azioni che entrino in competizione con essa.
La ricerca ha accertato che il consolidamento
non si limita a stabilizzare o fissare le memorie, ma compie un vero e proprio
processo di rinforzo. Numerosi studi hanno dimostrato che stabilizzazione
e rinforzo sono due eventi funzionali distinti che hanno luogo in tempi
diversi. In particolare, si è osservato che la stabilizzazione avviene col
passare del tempo, indipendentemente dallo stato funzionale cerebrale, mentre
il rinforzo si verifica primariamente, se non esclusivamente, durante il sonno.
Lo studio del rinforzo durante il sonno ha rivelato
che l’encefalo in questa condizione “offline” può recuperare memorie
apparentemente perdute durante la veglia o produrre un vero apprendimento
suppletivo, in entrambi i casi senza bisogno di ulteriore esecuzione”.
[2] Nell’elenco delle “Note e Notizie” sono numerose le recensioni di lavori originali sull’argomento.