Processi morfologici nella produzione del linguaggio

 

 

LORENZO L. BORGIA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno IX - 05 febbraio 2011.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione “note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori neuroscientifici selezionati dallo staff dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti alla Commissione Scientifica, e notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società Nazionale di Neuroscienze.

 

 

[Tipologia del testo: RESOCONTO DI UNA RELAZIONE]

 

Nel corso dell’incontro mensile del gruppo strutturale di BM&L per lo studio delle basi neurobiologiche della produzione linguistica, il professor Giovanni Rossi ha presentato un’interessante stato dell’arte della ricerca che indaga i processi morfologici nella produzione del linguaggio verbale. Qui di seguito si propone una sintesi concettuale della relazione, rimandando al testo integrale per i dettagli della sperimentazione[1].

Lo studio neurocognitivo delle abilità di comunicazione verbale prende a prestito dalla linguistica il termine morfologia, ridefinendolo nel modo seguente: un insieme di processi linguistici che, a partire da unità di base memorizzate dette morfemi, governano la composizione delle parole, codificando l’informazione relativa al significato e alle proprietà grammaticali.

L’unità di base del significato[2], nelle lingue verbali, è il morfema, un tipo di rappresentazione cognitiva che corrisponde 1) a un concetto lessicale, 2) a un modificatore astratto, 3) a una proprietà grammaticalmente rilevante.

Gli studi neuropsicologici classici suggeriscono che le operazioni morfologiche compiute dal cervello possono essere selettivamente alterate o risparmiate nel danno cerebrale acquisito, focale e delimitato, da ictus o da altre cause. D’altra parte, quasi tutto ciò che oggi sappiamo della morfologia da un punto di vista neuroscientifico, deriva dallo studio clinico di pazienti con difficoltà nel produrre e nel comprendere parole morfologicamente complesse. Ad esempio, problemi nell’uso di morfemi funzionali sono stati frequentemente osservati in pazienti con lesioni della parte inferiore del lobo frontale di sinistra (Goodglas e Berko, 1960; Menn e Obler, 1990), e tale correlato si considera ormai un elemento essenziale nella definizione dell’afasia agrammatica. Per contro, pazienti con lesioni corticali posteriori includenti le aree perisilviane, in genere conservano i morfemi funzionali e derivativi, nonostante la compromissione dell’accesso alle radici lessicali. Tali pazienti possono produrre neologismi apparentemente complessi in termini morfologici, quali persessing e devorodation[3]. Nel tempo, la raccolta dei dati clinici di numerosi casi in tutto il mondo, ha consentito di tracciare degli specifici profili di alterazione della morfologia corrispondenti a sedi elettive di danno anatomico, in tal modo contribuendo alla definizione dei principi alla base dell’architettura funzionale del linguaggio nel cervello.

Giovanni Rossi, seguendo soprattutto gli studi clinici e le rassegne di Alfonso Caramazza e Kevin Shapiro, ha mostrato come il sistema di produzione del linguaggio verbale sia costituito da almeno tre componenti, ciascuna delle quali espressione dell’attività di un proprio specifico sostrato neurale. In sintesi schematica la ripartizione è riportata qui di seguito.

 

I SISTEMA: rappresenta concetti lessicali ed è organizzato secondo il significato.

II SISTEMA: elabora l’informazione morfologica associata alla funzione grammaticale.

III SISTEMA: converte le rappresentazioni lessicali e morfologiche in specifici schemi di produzione linguistica.

 

Al termine della relazione del professor Rossi, il gruppo strutturale per lo studio delle basi neurobiologiche della produzione linguistica ha definito un calendario di incontri per un approfondimento dei temi trattati.

 

Lorenzo L. Borgia

BM&L- 05 febbraio 2011

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

_____________________________________________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.

 

 

 

 



[1] Il testo integrale sarà messo a disposizione dei soci-membri di BM&L-Italia che ne facciano richiesta.

[2] Per significato qui si intende la struttura semantica associata alle modalità verbo-acustica e verbo-grafica in cui si esprime il messaggio linguistico, ma si sottintende che includa il valore cognitivo del referente secondo Frege.

[3] Si veda in Shapiro K. A. & Caramazza A., Morphological Processes in Language Production, pp. 777-787, in Michael S. Gazzaniga (editor-in-chief), The Cognitive Neurosciences. The MIT Press, Cambridge, Massachusetts 2009.