Rapido apprendimento con ippocampo danneggiato confuta teorie della memoria

 

 

SIMONE R. WERNER

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno IX - 29 gennaio 2011.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione “note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori neuroscientifici selezionati dallo staff dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti alla Commissione Scientifica, e notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società Nazionale di Neuroscienze.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Le prime teorie scientifiche della memoria umana sono state elaborate sulla base di dati clinici derivanti dall’osservazione di pazienti amnesici, solo in seguito integrati dai risultati della sperimentazione animale. Per questa ragione, i primi modelli neuropsicologici delle funzioni mnesiche riguardano essenzialmente le funzioni connesse con quelle abilità coscienti alle quali il soggetto può intenzionalmente e consapevolmente accedere per verificarne il possesso: in altri termini, la memoria dichiarativa. Anche se gli straordinari progressi compiuti nella conoscenza della neurofisiologia e della biologia cellulare e molecolare della memoria e dell’apprendimento hanno completamente cambiato il quadro di riferimento per le teorie neuropsicologiche, mostrando continuità ed integrazione di un grande numero di processi, l’uso dichiarativo del patrimonio semantico ed episodico[1] rimane al centro degli interessi teorici e degli sforzi sperimentali volti a comprendere la nostra capacità di ricordare.

L’amnesia anterograda, che segue le lesioni dell’ippocampo, implica la perdita della capacità di formare nuove memorie dichiarative, ma sembra non interessare minimamente i processi non dichiarativi. Le teorie correnti della memoria dichiarativa postulano l’esistenza di due sistemi complementari di memoria:

1) sistema ippocampale, basato sulla funzione dell’ippocampo e specializzato nella rapida acquisizione di specifici eventi;

2) sistema neocorticale, basato sulla funzione della neocorteccia, caratterizzato da un lento apprendimento attraverso regolarità statistiche presenti nell’ambiente, e inizialmente dipendente dal sistema ippocampale per il formarsi delle memorie.

 Uno studio bene concepito e realizzato da Tali Sharon e colleghi provenienti da Haifa University (Israele), Toronto University (Canada) e Cognitive Neurology del Rambam Hospital (Israele), confutando la visione teorica corrente, dimostra l’esistenza di un meccanismo neurocognitivo indipendente dall’ippocampo che consente la rapida acquisizione di associazioni arbitrarie. I ricercatori hanno infatti condotto il loro studio inducendo apprendimento veloce in volontari affetti da grave danno della struttura ippocampale (Sharon T., et al. Rapid neocortical acquisition of long-term arbitrary associations independent of the hippocampus. Proceedings of the National Academy of Science USA 108 (3), 1146-1151, 2011).

Il meccanismo che si ritiene sia alla base dei risultati ottenuti dai ricercatori israeliani e canadesi, è stato definito fast mapping (FM) e sembra intervenire nella rapida acquisizione della lingua verbale da parte dei bambini nella fase di apprendimento che inizia, mediamente, al sedicesimo mese di età.

Tali Sharon e colleghi, facendo affidamento sui meccanismi di FM, hanno insegnato nuove associazioni arbitrarie parola-immagine a 4 pazienti affetti da amnesia profonda dovuta a grave danno dei sistemi funzionali dell’ippocampo.

I quattro volontari amnesici sono stati in grado di acquisire normalmente le associazioni arbitrarie attraverso i processi di FM, nonostante il grave deficit emergente in una prova di memoria associativa standard, che eseguivano per il controllo intraindividuale di prestazione.

A distanza di una settimana, i quattro pazienti affetti da amnesia sono stati sottoposti a prove di verifica che hanno evidenziato la sorprendente e rilevante conservazione di quanto avevano appreso mediante FM, a fronte di una prestazione - relativa alla rimemorazione dell’apprendimento di controllo - prossima al livello della risposta casuale.

I ricercatori hanno poi studiato 2 pazienti con danno corticale unilaterale del polo temporale di sinistra, e ne hanno verificato l’incapacità di apprendere mediante FM. Dalla correlazione fra le prove e il danno morfologico attestato dalla diagnostica per immagini, Sharon e collaboratori deducono l’importanza della corteccia peririnale e di quella entorinale dell’emisfero sinistro nell’apprendimento mediato dai processi di FM.

In conclusione, in contrasto con le più accreditate teorie correnti, i risultati di questo studio indicano che la rapida acquisizione di memorie di relazioni assimilabili a processi dichiarativi (declarative-like) può verificarsi indipendentemente dall’ippocampo, e che la plasticità neocorticale può essere indotta rapidamente per supportare nuove associazioni arbitrarie. Naturalmente, prima di gettare alle ortiche la distinzione fra sistema ippocampale rapido indipendente e sistema corticale lento dipendente, occorrerà la verifica di numerosi studi non solo di tipo clinico, tuttavia l’impressione è che le evidenze accertate da Sharon e colleghi abbiano segnato un punto di non ritorno alla ripartizione funzionale attualmente impiegata.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per aver riassunto ed adeguato allo stile della comunicazione scientifica della Società questa breve presentazione e discussione del lavoro di Tali Sharon e colleghi, ed invita alla lettura delle recensioni di lavori originali di argomento connesso che compaiono nella sezione “Note e Notizie”.

 

Simone R. Werner  

BM&L- 29 gennaio 2011

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Per un quadro complessivo dei tipi di memoria e delle basi morfofunzionali di ciascun tipo di processo, si veda l’articolo “Memoria e Sonno” nella sezione “In Corso” del sito.