Il significato delle onde a spirale della neocorteccia

 

 

NICOLE CARDON & GIUSEPPE PERRELLA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno VIII - 18 dicembre 2010.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione “note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori neuroscientifici selezionati dallo staff dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti alla Commissione Scientifica, e notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società Nazionale di Neuroscienze.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Lo studio elettrofisiologico della corteccia cerebrale costituisce uno dei campi più affascinanti della ricerca neuroscientifica, che copre uno spettro di indagini esteso dall’epilessia ai correlati neurofunzionali della coscienza. Con l’affinamento delle tecniche e delle metodologie, negli ultimi decenni questa branca ha fornito un apporto fondamentale per la composizione di dati molecolari, cellulari, neuropsicologici, cognitivi e di neuroimaging, in quadri fisiologici coerenti e correlati con l’anatomia macroscopica e microscopica. Fra le sfide che attualmente impegnano questo ambito sperimentale, vi è la comprensione del significato neurofisiologico di un fenomeno che, nonostante gli sforzi di comprensione fin qui profusi, rimane misterioso: le onde a spirale della neocorteccia.

In natura le onde a spirale si sono rivelate un fenomeno onnipresente[1], osservato e descritto con cura in molti sistemi biologici, ma la potenziale funzione e perfino la reale esistenza di onde spirali nella corteccia cerebrale dei mammiferi è rimasta fino ad oggi incerta. Xiaoying Huang e collaboratori hanno condotto uno studio per accertare la presenza di questo fenomeno bioelettrico nel manto corticale dei mammiferi e cercare di comprenderne il significato: i risultati sono veramente degni di nota (Huang X., et al. Spiral Wave Dynamics in Neocortex. Neuron 68 (5), 978-990, 2010).

I ricercatori, afferenti al Department of Physiology and Biophysics, Georgetown University Medical Center, Washington (USA), al Leibniz Institute for Neurobiology, Magdeburg (Germania) e al Dipartment of Pediatrics, Jilin University First Hospital, Changchun (Cina), al fine di studiare l’attività elettrica della neocorteccia in vivo, hanno impiegato una metodica per la formazione di immagini che sfrutta la colorazione sensibile al voltaggio (voltage-sensitive dye imaging).

Onde di attività neuronale che si propagano, note come traveling waves, si originano di frequente nel corso di eventi sensoriali e motori. Un’onda di propagazione evocata da un input sensoriale parte dall’area corticale corrispondente alla rappresentazione sensoriale e si propaga lungo l’intera superficie delle aree primaria e secondaria della modalità sensoriale attivata. I singoli neuroni sono solo lievemente depolarizzati da quest’onda, ma si accresce la loro probabilità di generare potenziali d’azione. Quando una numerosa popolazione neuronica è coerentemente depolarizzata da tali onde, si può avere un aumento della trasmissione locale degli interneuroni. In tal modo un’onda di propagazione potrebbe contribuire all’elaborazione corticale determinando quando e dove la corteccia è depolarizzata in rapporto ad un evento sensoriale o motorio.

Le onde a spirale sono una particolare forma di onde di propagazione ruotanti intorno a un punto centrale detto rotore. Tale centro rotatorio, in genere, emerge dal fronte libero dell’onda viaggiante e, poco dopo la sua costituzione, diventa un potente organizzatore ritmico mediante l’invio verso l’esterno di forti onde rotatorie[2]. Si ritiene che in tal modo le onde a spirale possano fornire un meccanismo essenziale per l’organizzazione dell’attività irregolare dei neuroni corticali, che verrebbe così trasformata in regolari frequenze ritmiche. E’ utile ricordare che questo fenomeno bioelettrico è studiato da tempo in ambiti diversi da quello neurofisiologico e, in particolare, si è accertato un suo ruolo importante nell’aritmia cardiaca.

Per ciò che concerne il sistema nervoso, le onde a spirale sono state osservate nella corteccia visiva di tartaruga e, in vitro, in preparati di cervello di roditori, ma l’esistenza di queste onde nel funzionamento in vivo del cervello dei mammiferi non è stata dimostrata prima di questo studio condotto presso la Georgetown University. Pertanto, il primo obiettivo del lavoro di Huang e colleghi è stato l’esame in vivo dell’attività elettrica corticale allo scopo di accertare la presenza del fenomeno bioelettrico e studiarne le caratteristiche.

L’attesa per l’esito di questi esperimenti è stata accresciuta dai risultati ottenuti in precedenza, dai quali è emerso che le interazioni eccitatorie locali sono essenziali, in generale, per sostenere le onde a spirale. Infatti, il fenomeno si presenta in maniera molto marcata nei preparati di sezioni cerebrali nei quali dominano le interazioni eccitatorie locali. Si è quindi supposto che nella corteccia dell’animale vivente, le connessioni non-locali, quali i fasci talamocorticali e corticotalamici, possano interrompere i rotori e rendere insostenibili le onde spiraliformi.

Per la registrazione elettrofisiologica in vivo, in ratti Sprague-Dawley (250-400 g, n = 29)[3], è stata praticata una craniotomia senza rimozione della dura madre, con una finestra in corrispondenza della corteccia visiva dell’emisfero sinistro, ed è stata applicata per via transdurale una soluzione con i coloranti sensibili al voltaggio RH-1691 e RH-1838. Il rilievo EEG è stato ottenuto mediante elettrodo silver ball. Il campo di osservazione era circa 4 mm di diametro e la corteccia visiva è stata ripresa mediante 5x macroscope[4].

Per confrontare i dati ottenuti nell’animale vivo con quelli rilevati sui preparati è stato allestito uno studio in vitro. Dai ratti Sprague-Dawley P21-35 sono stati prelevati campioni di corteccia cerebrale consistenti in sezioni sottili (500 μm) di tessuto corticale ottenute mediante  taglio su un piano tangenziale alla superficie e poi colorate con 5-10 μg/ml di NK3630 (Nippon Kankoh-Shikiso Kenkyusho), un colorante sensibile al voltaggio.

Sono stati condotti esperimenti in vivo in due condizioni: 1) stato neurofunzionale determinato dall’induzione farmacologica di oscillazioni mediante carbacolo/bicucullina, e 2) stato neurofunzionale simile al sonno, indotto mediante lenta sospensione di un’anestesia da pentobarbital.

In entrambe le condizioni funzionali, la dinamica delle onde a spirale è stata osservata numerose volte nella neocorteccia visiva dei ratti. Un aspetto particolarmente interessante ed evidente è che i ritmi creati da queste speciali onde di propagazione influenzavano e includevano l’attività bioelettrica in corso.

Le osservazioni condotte durante lo stato simile al sonno hanno evidenziato senza alcun dubbio che il tasso di frequenza delle onde a spirale è fortemente dipendente dallo stato cerebrale.

Sebbene la durata o lifespan sia limitata, le onde a spirale apparivano in grado di modificare l’attività in corso in vari modi, determinando variazioni significative nella frequenza di oscillazione, nell’ampiezza e nella coerenza spaziale.

Questi dati emergenti dalla sperimentazione suggeriscono che le onde a spirale possono partecipare all’attività corticale imponendo i propri specifici patterns spaziotemporali ai circuiti della corteccia cerebrale. Paragonando queste onde di propagazione con quelle rilevate nei preparati di sezioni sottili in vitro, è emerso che le onde a spirale in vivo hanno una durata inferiore, ma il centro della spirale (phase singularity) si sposta molto più rapidamente, suggerendo che la corteccia potrebbe avere dei meccanismi per controllare la durata e la localizzazione delle oscillazioni spiraliformi.

In conclusione, Xiaoying Huang e i suoi collaboratori hanno dimostrato con certezza l’esistenza delle onde a spirale nella corteccia cerebrale di roditori di laboratorio, ed hanno registrato altri dati di assoluto rilievo, che sicuramente incentiveranno il procedere degli studi. In particolare,si può osservare che i risultati nel loro complesso supportano l’ipotesi che vuole le onde a spirale come un pattern di attività emergente in grado di organizzare e modulare l’attività di popolazioni corticali in scala mesoscopica e di contribuire sia alla normale elaborazione corticale, che a schemi di attività patologica come quelli caratteristici delle varie forme di epilessia.

 

 Nicole Cardon & Giuseppe Perrella

BM&L- 18 dicembre 2010

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Per un’introduzione allo studio matematico dei fenomeni bioelettrici corticali si consiglia: G.B. Ermentrout, Neural Oscillators and Dynamical Systems Models, pp.179-187, Encyclopedia of Neuroscience, Elsevier, 2009 [è un articolo che mostra come la teoria qualitativa delle equazioni differenziali (sistemi dinamici) possa essere usata per comprendere le transizioni fra gli schemi di attivazione di singoli neuroni e circuiti].

[2] Winfree A. T., The Geometry of Biological Time. Spriger-Verlag, New York 2001.

[3] Sono state impiegate procedure approvate dall’Animal Care and Use Committee della Georgetown University, secondo le linee-guida dell’NIH.

[4] Per ulteriori dettagli tecnici si rimanda al lavoro originale e a Lippert M. T., et al. Journal of Neurophysiology 98, 502-512, 2007.