La
volizione attraverso la rete ippocampale rinforza l’apprendimento
ROBERTO COLONNA
NOTE E
NOTIZIE - Anno VIII - 4 dicembre 2010.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori
neuroscientifici selezionati dallo staff
dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti
alla Commissione Scientifica, e
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società
Nazionale di Neuroscienze.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
Numerosi
studi sui processi di apprendimento umano hanno dimostrato che i comportamenti
esplorativi durante l’apprendimento determinano ciò che si è studiato e quando
ciò è avvenuto, in tal modo contribuendo ad ottimizzare le prestazioni di
memoria successive.
Joel
L. Voss e i suoi collaboratori prevalentemente afferenti al Beckman Institute
for Advanced Science and Technology, University of Illinois Urbana-Champaign,
per accertare i determinanti neurali e cognitivi dei comportamenti esplorativi, hanno manipolato il controllo che
delle persone volontarie avevano sulla posizione di una finestra in movimento
attraverso la quale studiavano oggetti e loro collocazioni (Voss J. L., et
al. Sex
difference in cell proliferation in developing rat amygdala mediated by
endocannabinoids has implication for social behavior. Nature Neuroscience [Epub ahead of print: doi:10.1038/nn.2693] 2010).
I
dati comportamentali e neuropsicologici, insieme con lo studio mediante neuroimaging, indicano che il controllo volitivo ha un effetto benefico sulla prestazione di memoria ed è
collegato ad una rete cerebrale che ha il suo fulcro nell’ippocampo.
Incrementi
di attività correlate dell’ippocampo e di altre aree erano associati con
specifici aspetti della memoria, la qual cosa suggerisce che il controllo della
volontà ottimizza le interazioni fra sistemi neurali specializzati, attraverso
l’ippocampo.
I
risultati di questo studio, per il cui dettaglio si rimanda alla lettura
integrale del lavoro originale, mostrano chiaramente che la memoria umana (in
particolare il tipo qui studiato) è un processo altamente attivo
intrinsecamente connesso con il comportamento e che strutture cerebrali come
l’ippocampo, tradizionalmente studiate come se fossero partecipanti passivi
alla codifica mnemonica, sono in effetti parte di una rete attiva che controlla il comportamento dinamicamente nello
svolgersi dell’esperienza.