Differenze
sessuali nello sviluppo dell’amigdala incidono sul comportamento
DIANE RICHMOND
NOTE E
NOTIZIE - Anno VIII - 4 dicembre 2010.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori
neuroscientifici selezionati dallo staff
dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti
alla Commissione Scientifica, e
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società
Nazionale di Neuroscienze.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
L’amigdala è un complesso nucleare posto nella profondità
dorso-mediale del lobo temporale, descritto in anatomia con i nuclei della base
e fisiologicamente appartenente al sistema limbico, in seno al quale svolge un
ruolo critico per la regolazione di comportamenti emotivi, cognitivi e sociali. E’ noto il suo dimorfismo sessuale, ma la natura e la fonte delle differenze legate al sesso
sono ancora in gran parte sconosciute. Desiréé L. Krebs-Kraft e colleghi hanno
identificato una differenza sessuale unica nell’amigdala
mediale (MeA) di ratto in corso di sviluppo, che è regolata dagli endocannabinoidi (Krebs-Kraft D. L., et al. Sex difference in cell
proliferation in developing rat amygdala mediated by endocannabinoids has
implication for social behavior. PNAS USA 107
(47), 20535-20540, 2010).
Il gruppo di ricerca fa capo a tre istituzioni
scientifiche statunitensi: Departments of Physiology and Psychiatry, University
of Maryland School fo Medicine, Baltimore; Laboratory of Neuroendocrinology,
The Rockfeller University, New York; Department of Pharmacology and Toxicology,
Medical College of Wisconsin, Milwaukee.
La
sperimentazione ha preso le mosse dal rilievo di un fatto di notevole evidenza:
le femmine neonate presentavano tassi di proliferazione
cellulare molto più
alti dei maschi. Si è perciò verificata la dipendenza di questo fenomeno
dall’azione degli endocannabinoidi.
Il
trattamento con l’agonista recettoriale dei cannabinoidi WIN 55,212-2 (WIN), riduceva la proliferazione cellulare delle femmine al livello di
quella dei maschi e un ampio raggio di dosi di WIN non aveva effetti sulla
proliferazione delle cellule nei maschi. L’effetto di WIN sulla proliferazione
cellulare nella MeA poteva essere impedito mediante la
contemporanea infusione di antagonisti del recettore CB2 ma non del recettore
CB1.
Le
femmine avevano nell’amigdala un più alto contenuto degli enzimi che degradano
gli endocannabinoidi, amidoidrolasi degli acidi grassi, e
monoacilglicerol-lipasi, dei maschi, e più basse quantità degli
endocannabinoidi 2-arachidonilglicerolo e N-arachidoniletanolamide
(anandamide). L’inibizione della degradazione di 2-arachidonilglicerolo nelle
femmine impediva il verificarsi della differenza sessuale nella proliferazione
cellulare.
La
fase successiva dello studio ha richiesto l’impiego di tecniche per l’analisi
del destino nelle diverse linee cellulari.
Seguendo
l’evoluzione differenziativa delle cellule gliali e neurali dei nuclei mediali
amigdaloidei, è emerso che nelle femmine dei roditori si generava un numero
significativamente più alto di nuove cellule della glia rispetto ai maschi, ma non accadeva lo stesso per le cellule
differenziate come neuroni, il cui numero rimaneva simile nei due sessi. Il
trattamento con WIN ha ridotto in modo significativo la gliogenesi nelle
femmine, ma non ha prodotto effetti comparabili nei maschi.
E’
stato poi studiato l’effetto comportamentale dell’esposizione precoce a
cannabinoidi durante lo sviluppo: nelle femmine si aveva mascolinizzazione del comportamento nel gioco di età giovanile, mentre nei
maschi non è stato rilevato alcun cambiamento apprezzabile.
Concludendo,
i risultati di questo interessante lavoro suggeriscono che, nel corso dello
sviluppo, le differenze sessuali nel sistema di segnalazione degli
endocannabinoidi mediano una differenza nella produzione di cellule gliali fra
i due sessi nella MeA che influenza i comportamenti sesso-specifici
dell’adolescenza. Non è superfluo rilevare che l’effetto sul dimorfismo
comportamentale sia legato a cellule gliali.
L’autrice della nota ringrazia il professor Perrella,
Presidente della Società Nazionale di Neuroscienze, con il quale ha discusso
l’argomento trattato, ed invita alla lettura delle recensioni di lavori
originali di argomento connesso nella sezione “NOTE E NOTIZIE”.