Risolta la controversia sul ruolo di V4 nella visione

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno VIII - 20 novembre 2010.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione “note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori neuroscientifici selezionati dallo staff dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti alla Commissione Scientifica, e notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società Nazionale di Neuroscienze.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

L’area visiva V4, studiata soprattutto nel macaco, è nota come un’area corticale intensamente attiva nei processi percettivi del colore e della forma. L’interesse dei ricercatori per il suo ruolo fisiologico, fin dalla sua prima identificazione, è sempre stato molto elevato e, pertanto, non meraviglia che sia stata approfonditamente indagata. Ma, nonostante la notevole mole di lavori sperimentali che ha avuto per oggetto questa area visiva, i principali interrogativi sul senso della sua attività in funzione della sintesi che riguarda il totale delle 32 aree che consentono la visione, sono ancora oggetto di acceso dibattito. Ora, Hisashi Tanigawa, Haidong D. Lu e Anna W. Roe del Department of Psychology, Vanderbilt University, Nashville (Tennessee, USA) hanno realizzato un ingegnoso studio che sembra aver risolto le controversie di lunga data sul ruolo di V4 (Tanigawa H., et al. Functional organization for color and orientation in macaque V4. Nature Neuroscience [Epub ahead of print doi:10.1038/nn.2676], 2010).

Ricordiamo che, nelle descrizioni anatomiche classiche, la superficie del lobo occipitale corrispondente alle aree 17, 18 e 19 della classificazione di Brodmann include la corteccia visiva nota fin dagli studi classici sulla visione. La corteccia visiva primaria, che contiene una fedele rappresentazione della retina, sia pure con una deformazione proporzionale che riflette l’addensamento dei recettori nella fovea, si identifica con l’area 17, corrispondente a V1 della nomenclatura fisiologica. Nell’area 18 si riconoscono le suddivisioni funzionali V2, V3 (dorsale e ventrale) e V3A. All’interno dell’area 19[1], subito davanti al complesso V3, è posta V4, alla quale giunge una consistente proiezione ipsilaterale a feedforward da V2. E’ noto da tempo che il danno bilaterale di V4 causa acromatopsia; ma si è anche ipotizzato che la selettività dei suoi neuroni per il colore, come per l’orientamento, potesse essere trasmessa da altre aree e non essere frutto di una specializzazione locale. Si conoscono connessioni rientranti di V4 con la corteccia temporale inferiore; sono state descritte anche connessioni con altre aree visive del lobo temporale e parietale. V4 ha connessioni talamiche col pulvinar e i nuclei intratalamici. Attraverso il corpo calloso le due aree V4 dell’emisfero destro e sinistro sono reciprocamente interconnesse e, sempre attraverso la struttura bianca interemisferica, si collegano ad altre aree visive occipitali controlaterali.

Sulla base delle prime ricerche, V4 era stata caratterizzata come area per l’elaborazione del colore ma, ben presto, al suo interno sono state riconosciute subpopolazioni funzionali distinte in base a risposte preferenziali per orientamento, colore, movimento, forma, disparità e caratteristiche di più alto livello di integrazione funzionale. La definizione di questa eterogeneità funzionale ha determinato incertezze e dispute sull’interpretazione dei risultati.

I tre ricercatori della Vanderbilt University, impiegando metodi di imaging avanzati (intrinsic signal optical imaging), che consentono lo studio nell’animale sveglio ed attivamente impegnato nelle prove, hanno accertato che, nella corteccia cerebrale delle scimmie esaminate, le preferenze cellulari per i diversi caratteri codificati dall’apparato visivo, presentano una definita organizzazione funzionale in V4. Le immagini ottiche hanno chiaramente mostrato che le zone con risposta preferenziale al colore erano nettamente separate da quelle reagenti selettivamente all’orientamento, in tal modo rivelando l’esistenza di una specifica organizzazione funzionale.

Nel complesso, gli esiti della sperimentazione, per il cui dettaglio si rimanda alla lettura del lavoro originale, forniscono un contributo decisivo alla risoluzione dell’annosa controversia riguardo la diversità funzionale e la retinotopia in V4, e indicano la presenza di una distribuzione orientata spazialmente della rappresentazione in V4 della via visiva ventrale.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Floriani per la correzione della bozza ed invita alla lettura delle recensioni di lavori originali di argomento connesso nella sezione “NOTE E NOTIZIE”.

 

                                                                                                                        Diane Richmond

BM&L-20 novembre 2010

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] L’area 19 è concentricamente situata all’esterno delle aree 17 e 18, così da giungere superiormente nel lobo parietale e, inferiormente, nel lobo temporale.