L’acetilazione della tau contribuisce al danno nelle tauopatie

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno VIII - 25 settembre 2010.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione “note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori neuroscientifici selezionati dallo staff dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti alla Commissione Scientifica, e notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società Nazionale di Neuroscienze.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Le tauopatie neurodegenerative caratterizzate dalla iperfosforilazione della proteina tau[1] includono la malattia di Alzheimer (AD), la demenza fronto-temporale con parkinsonismo associata al cromosoma 17 (FTDP-17)[2] e forme sporadiche come la paralisi sopranucleare progressiva, la malattia di Pick e la degenerazione cortico-basale. E’ stato rilevato, in modelli murini di malattia di Alzheimer e di FTDP-17, che la riduzione dei livelli di tau migliora le funzioni cognitive, ma i meccanismi che regolano il ricambio della proteina patologica non sono ancora noti. Tali meccanismi molecolari sono stati studiati da Sang-Won Min e collaboratori prevalentemente afferenti ad istituti della University of California in San Francisco, al Departement of Pharmacology and Molecular Sciences, Johns Hopkins University, School of Medicine, Baltimore, e al Department of Psychiatry, The Mount Sinai School of Medicine, New York (Sang-Won Min et al. Acetylation of Tau Inhibits Its Degradation and Contributes to Tauopathy.  Neuron 67 (6), 953-966, 23 Sept. 2010).

I ricercatori hanno accertato che la proteina tau è acetilata e che l’acetilazione previene la degradazione della forma fosforilata.

Dopo aver generato due anticorpi specifici per la tau acetilata, Sang-Won Min e colleghi hanno dimostrato che l’acetilazione della proteina è elevata nei pazienti affetti da tauopatie in fasi corrispondenti allo stadio precoce ed allo stadio moderato di Braak.

La sperimentazione ha dimostrato che l’enzima istone acetiltrasferasi p300 è implicato nell’acetilazione della tau, mentre la deacetilazione implica l’intervento della deacetilasi SIRT1.

La delezione di SIRT1 accresceva i livelli della tau acetilata e le forme patogene della proteina, probabilmente bloccando la degradazione mediata da proteasomi. L’inibizione di p300 con una piccola molecola promuoveva la deacetilazione ed eliminava la tau fosforilata associata con la patologia.

I risultati di questo lavoro suggeriscono che la modulazione dell’acetilazione della proteina tau potrebbe costituire una nuova strategia terapeutica volta alla riduzione della neurodegenerazione tau-mediata.

 

Roberto Colonna 

BM&L-25 settembre 2010

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

 

 

_____________________________________________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.

 



[1] La tau è una fosfoproteina legante i microtubuli che si ritiene importante per l’assemblaggio e la stabilizzazione delle strutture microtubulari. Nei neuroni ha un ruolo chiave nella costituzione dello scheletro degli assoni dove si reperisce pressoché esclusivamente in condizioni fisiologiche; nelle tauopatie è alterata e redistribuita nel soma e nei dendriti.

[2] Nel 1994 fu descritta per la prima volta una forma autosomica dominante associata al cromosoma 17; nel 1998 furono riportate le prime mutazioni della tau associate alla FTDP-17, e attualmente più di 30 mutazioni confermate sono state rilevate in oltre 80 famiglie affette.